
Risonanze, esplorazioni e contaminazioni sono le parole chiave che Fabio Castriota propone per la lettura del libro “La mente sensoriale e lo spettro allucinatorio”, presentato nella serata scientifica di cui è chair. Il volume, di recente pubblicazione, è destinato a tutti coloro che siano interessati allo studio della misteriosa relazione tra corpo e mente, siano essi esperti professionisti e ricercatori siano giovani studiosi ai loro primi passi.
Il libro viene presentato da Anna Maria Nicolò, Massimo Vigna-Taglianti e Gabriella Giustino, curatori del volume nonché autori assieme ad altri eminenti scienziati e studiosi della materia.
Tratta la dimensione della sensorialità nello sviluppo del bambino e nella genesi della patologia, rivisitando concetti centrali della tradizione psicoanalitica, tra cui il narcisismo, l’inconscio, il sogno, l’origine del pensiero, il transfert e il ruolo dell’analista per citarne alcuni. Propone non solo originali visioni teoriche allo studioso che voglia esplorare le nuove vie della psicoanalisi, ma anche specifiche tecniche di intervento al clinico che voglia utilizzarle nella propria stanza d’analisi.
Il libro si realizza grazie a un costruttivo e reciproco dialogo tra psicoanalisi e neuroscienze, sottolinea Vigna-Taglianti, testimoniando il senso della ricerca scientifica in termini di sviluppo ed estensione del pensiero psicoanalitico, tra tradizione e innovazione.
Nicolò entra nel cuore del tema della sensorialità, specificando come una delle sue dimensioni sia quella allucinatoria. Questa dimensione è legata agli organi di senso e si avvicina a uno stato primitivo della mente, simile al sogno. Essa può sfociare nell’allucinazione, che è una difesa dalla catastrofe, ma può anche alimentare il mondo delle fantasie, stimolando l’attività del pensare.
In tal senso, la dimensione allucinatoria è uno spettro. Spettro allucinatorio, quindi, cioè una definizione specifica che indica sia qualità nettamente patologiche sia qualità evolutive, che bisogna saper riconoscere e sviluppare con i pazienti in analisi.
Qual è la patologia della sensorialità e quali sono le tecniche che si possono utilizzare nel trattamento analitico? La patologia della sensorialità è la psicosi, argomenta Giustino. La psicosi, infatti, si manifesta quando la capacità di trasformare gli stimoli sensoriali in immagini e pensiero è deteriorata, quando la sensorialità invade e acceca. Le tecniche di intervento, descritte specificamente nel libro, riguardano una triangolazione tra la parte sana del paziente e quella dell’analista per comprendere la parte della sensorialità accecante, affinché possa avvenire una trasformazione sensoriale della mente.
Buona lettura!
Vedi anche:
Serata Intercentri: La mente sensoriale e lo spettro allucinatorio (9 marzo 2023)