Sabato, Aprile 26, 2025

"What did Jack do?" di David Lynch (2016). Recensione di Mariaclotilde Colucci

Cosa ci fanno David Lynch, una scimmia cappuccino e una gallina in un bar?

Potrebbe sembrare l’incipit di una barzelletta, ma invece sono i protagonisti di What Did Jack Do? (2016), breve cortometraggio, 17 minuti di David Lynch, reso disponibile su Netflix in occasione dei 74 anni del regista a Gennaio 2020. Il corto è scritto, sceneggiato, diretto ed interpretato dallo stesso Lynch che veste i panni di un detective alle prese con l’interrogatorio, in un bar di una stazione ferroviaria, di una scimmia di nome Jack accusata di omicidio. Si tratta di un omicidio passionale come emergerà nel corso dell’insensato e surreale interrogatorio. La pellicola è girata in bianco e nero trasportando indietro nel tempo e omaggiando al noir classico americano, con atmosfere e dialoghi tipici dei film di Hanfry Bogart. Anche in questa opera come in tutte le altre il regista non tradisce le aspettative dello spettatore sulla sua creatività sempre alla ricerca di nuovi e moderni linguaggi cinematografici. Linguaggio che va dall’onirico al fantastico, dal destrutturato al figurativo, dal caotico al surreale.

La regia è ridotta a soli primi piani in una alternanza fra campo e controcampo. Alternanza che viene interrotta solo alla fine del corto lasciando lo spettatore all’interno di un inedito finale ai confini della realtà.

Rappresentazione onirica e rappresentazione cinematografica coincidono in una logica idiomatica e creativa grottesca e perturbante. I dialoghi sono caratterizzati da una serie di non senso, frasi fatte e modi di dire all’inglese (il corto è in lingua originale sottotitolato). Le domande non hanno risposte e le risposte non hanno domande. I due protagonisti seguono il filo di un proprio dialogo interno e sono destinati a non incontrarsi mai. La storia, a tratti, sembra aver un senso nell’esplorare i sentimenti umani (l’amore, la gelosia, la malinconia, il dolore, il tradimento) funzionamenti mentali (la follia, la paranoia, il delirio, il sogno) fino a sfiorare temi molto attuali (il femminicidio, il superamento di barriere di specie), tuttavia sorge il dubbio che sia la nostra mente alla ricerca di un appiglio nella realtà, di un filo logico, bisognosa di ritrovare un senso, un pensiero laddove un senso ed un pensiero sembrano non esserci, o sembrano del tutto stravolti.

Cosa vorrà dirci il visionario David Lynch con What did Jack do?

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