Lunedì, Maggio 05, 2025

Conclave (Note di Agostina Toscano)

Anno: 2024

Regista: Edward Berger,

Sceneggiatura: Peter Straughan

Genere: thriller - drammatico

Durata: 120 minuti

Conclave, diretto da Edward Berger, è un film che va ben oltre il suo apparente tema politico e religioso. Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris, il film non si limita a raccontare l’elezione del nuovo Papa, ma offre un’affascinante e profonda riflessione sulla psiche dei suoi protagonisti, immersi in una serie di conflitti morali ed esistenziali. L’ambientazione del Vaticano, con il suo rituale impenetrabile e la sua atmosfera di segretezza, diventa lo scenario perfetto per esplorare i meccanismi difensivi, le proiezioni e le angosce che abitano i suoi protagonisti.

Nel cuore del film c’è un tema universale: il conflitto tra il dovere e il desiderio, tra il “super-io” che impone regole e la parte più profonda e umana che cerca di emergere. I cardinali, pur incarnando una figura di potere e di fede, sono prima di tutto uomini, con le loro paure, incertezze ed ambizioni.

La psicologia dei personaggi è segnata dal costante confronto tra la necessità di aderire alla dottrina della Chiesa e il desiderio di affermare la propria identità e volontà. Il film esplora l’inadeguatezza di questi uomini che, pur rivestendo ruoli di autorità spirituale, sono costretti a fare i conti con le proprie fragilità e con il peso di un sistema che li imprigiona nelle sue regole rigide.

La ricerca della salvezza e della redenzione non riguarda solo il futuro della Chiesa, ma il riscatto psicologico di ogni singolo cardinale. L’intero conclave diventa un luogo simbolico dove ogni decisione è strettamente legata alla ricerca di una purificazione interiore che, però, sembra sfuggire continuamente. In quest’ottica, il conclave non è solo un rito di eleggibilità del nuovo Papa, ma un campo di battaglia psicologico, in cui ogni personaggio è costretto a confrontarsi con le proprie ombre.

Al centro della storia si impone la figura del decano del Collegio Cardinalizio, Thomas Lawrence (interpretato da Ralph Fiennes), chiamato a guidare il conclave.

La sua lotta interiore tra il senso del dovere e il bisogno di verità personale incarna perfettamente il conflitto che attraversa tutto il film: quello tra il ruolo pubblico e il desiderio di autenticità. Lawrence è il volto di un potere che cerca redenzione, di un’autorità che non può più ignorare le proprie fragilità.

Nonostante le alleanze e i giochi di potere, la solitudine dei protagonisti è palpabile. Ogni cardinale, anche tra la folla, resta irrimediabilmente solo, diviso tra il mandato spirituale e il peso della propria storia personale. Il film suggerisce che il vero ostacolo non sia il rivale politico, ma l’incapacità di riconciliarsi con se stessi.

Conclave si configura così come un viaggio nella psiche: dietro le strategie e i rituali, si agita il desiderio universale di essere autentici, compresi, perdonati. Un film che, con delicatezza e intensità, ci ricorda come anche i luoghi del massimo potere siano attraversati dalle stesse fragilità che abitano ogni essere umano.

 

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